Importante ritrovamento nelle acque di Baia: un capitello con scolpito Giano bifronte.
Un nuovo importante ritrovamento è stato fatto nell’area archeologica della città sommersa di Baia. Pare che sia stato fatto da un sub non identificato che ha ricoperto il reperto con un mucchio di pietre per poter poi tentare il recupero con tutta calma in un secondo momento presumibilmente per tenere per sè il complesso marmoreo e magari di rivenderlo al mercato nero; probabilmente sarebbe andata a finire così se non fosse stato per Antonio Emanato, il sub incaricato dalla Soprintendenza di sorvegliare lo specchio d’acqua di Baia, che insospettito da quel mucchio di pietre ha identificato il reperto e successivamente lo ha recuperato, dopo aver avvisato le autorità competenti.
E’ un Giano bifronte scolpito nel capitello di una colonna. La colonna è di un metro e 50 cm d’altezza e il capitello con le due facce del Giano, una rivolta verso punta Epitaffio e l’altra verso Capri. Secondo una prima ricostruzione il complesso marmoreo risale al periodo imperiale, probabilmente all’età di Claudio. E non è escluso che fosse un pilastro portante di una lussuosa villa. Del resto il luogo del ritrovamento non è molto distante dalla famosa dimora dei Calpurnii Pisones e dal Ninfeo di Claudio i cui resti sono ancora visibili.
La colonna con il suo prezioso capitello è stata portata nel laboratorio della Soprintendenza. Presto sarà ripulita ed esposta nelle sale museali del castello di Baia. Giano Bifronte può essere annoverato tra le divinità marine, o per lo meno “acquatiche” anche in quanto, secondo una versione del mito, sarebbe stato il primo dio di Roma, dove giunse per mare dalla Tessaglia. Era quindi considerato l’inventore delle navi e il protettore della navigazione, dei porti e delle vie fluviali.
Giano, definito anche Janus Pater, padre di tutti gli uomini, della Natura e dell’Universo, fu essenzialmente il dio dell’apertura e dell’inizio, con caratteristiche simili a quelle della divinità solare che apre il cammino alla luce accompagnando l’attività umana nel corso della giornata. Il suo nome stesso evoca la porta, in latino ianua, e januarius è il mese che apre l’anno e dà inizio alle stagioni, e il primo giorno di gennaio veniva dedicato alla festa del dio. Presiedendo alle porte, aveva la chiave e il bastone; sorvegliava tutto ciò che stava all’interno della città o della casa, non perdendo però di vista quello che accadeva all’esterno, e quindi era rappresentato con due facce (Giano bifronte).
Il tempio a lui dedicato doveva rimanere aperto in occasione di imprese belliche, ma solennemente sbarrato in tempo di pace, e le cerimonie che avevano luogo per la chiusura delle porte del tempio tendevano ad esaltare il ruolo di custode della pace del dio Giano, perché solo in una situazione di tranquillità la vita quotidiana può dar luogo ad esordi positivi e creativi.
Foto Anna Di Meo